Colori forti, visi ed espressioni ben in rilievo. Sono scatti fotografici abilmente ritoccati, l’impressione è che lo siano per rendere ancora più diretto il messaggio. È la mostra fotografica di Sheila McKinnon - Born invisible – fino al 20 febbraio al Palazzo Ducale alla Loggia degli Abati.
Nate invisibili sono bambine, ragazze provenienti dai paesi in via di sviluppo, spesso sfruttate, relegate all’ultimo posto della gerarchia famigliare, sottoposte a torture fisiche. Costrette in ruoli che nulla hanno a che fare con la loro età. A guardare i loro sguardi dalle fotografie di McKinnon emergono a volte sorrisi ‘isterici’ a volte lacrime che non scendono e sguardi severi. Molte organizzazioni aiutano i bambini di tutto il mondo ma poche fanno fronte specificatamente ai problemi delle adolescenti povere tra 10 e 14 anni. È questa mancanza che si vuole denunciare attraverso questa mostra.
La tecnica utilizzata, nella maggior parte dei casi, è quella di modifica della stessa immagine, riproposta da angolature diverse, con un taglio diverso o colori diversi. Sovrapposizioni dello stesso scatto e rielaborazioni, alcune immagini sono costruite a specchio, in altre lo stesso soggetto è ripreso in una sequenza di movimenti. I colori saturi e i tagli collocano quei visi tristi in ambienti quasi surreali che però rendono il messaggio della tristezza e dello stare a guardare inerti, ancor più forte.
Le foto sono state scattate in India, Vietnam, Burkina Faso, Mozambico, Zanzibar, Yemen, Caraibi, Sierra Leone, Marocco, Congo, Thailandia.
La mostra è organizzata dalla Fondazione Edoardo Garrone in collaborazione con AIDOS, Associazione italiana donne per lo sviluppo, e ospitata dalla Fondazione per la Cultura Palazzo Ducale.
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