Da
Crossroads di Luca De Biase (giornalista e autore, è il conduttore e ideatore di Nòva24 del Sole24ore) facciamo il punto sull'evoluzione dell'informazione e i nuovi media.
Nei primi dieci anni del nuovo millenio, il mondo ha assistito a una fioritura eccezionale di iniziative nel sistema dell'informazione. Blog, notizie sui social network, immagini condivise, si mescolano le comunicazioni personali e le informazioni di rilevanza pubblica. La domanda che rimane è quale sarà, dopo le scosse di assestamento, il nuovo aspetto della mediasfera?
De Biase ipotizza due visioni: l'informazione come mercato, non è la benevolenza dei lettori che li porta a comprare il giornale ma il loro interesse per ciò che offrono. La seconda ipotesi vede l'informazione come un ecosistema, qui è la benevolenza dei lettori e del pubblico attivo verso ciò che i giornali significano a sostenerli. Le due visioni convivono nella realtà.
Nel sistema dei media è cambiata la sorgente del valore: la scarsità (una volta rappresentata dallo spazio limitato dell'informazione) ora è rappresentata dal tempo e dall'attenzione del pubblico. Il baricentro si sposta dall'offerta alla domanda. Ora è compito dell'offerta fare tutto il possibile per farsi adottare dal pubblico. Un tempo si sarebbe chiamata opinione pubblica, domani sarà l'intelligenza collettiva e oggi, secondo De Biase, è la costruzione di una prospettiva contro il disorientamento.
Dunque, sono molte le iniziative posteditoriali che hanno colto con successo l'onda anomala della grande trasformazione generata dal terremoto delle tecnologie dei media digitali. Il mondo ha assistito ad una fioritura eccezionale di partecipazione al sistema dell'informazione. Migliaia di nuove testate, web tv e piattaforme di aggregazione sociale si sono offerte ai navigatori della rete, sia a livello locale che internazionale. Difficile definire tutto questo crisi dell'editoria, in realtà è più un'esplosione di speranze.
Viene da chiedersi quanto dureranno queste novità. Ma, come spiega il giornalista, non è la prima volta che si assiste alla moltiplicazione dei mezzi d'informazione (Rivoluzione Francese, liberalizzazione della radio e le tv commerciali per esempio) e quello che è successo fino ad ora è stato l'assorbimento, da parte del sistema dei media, delle novità: i giornali non sono finiti a causa della radio e questa non è sparita con l'avvento della tv. La realtà è che hanno trovato una nuova collocazione.
Un primo punto da fissare è che i diversi prodotti editoriali si muovono in una complessa dinamica di competizione-cooperazione (vedi il NYT che pubblica l'inchiesta a cui ha lavorato sul digitalissimo ProPublica). La dinamica che emerge è simile a quella di un ecosistema nel quale ogni produttore di informazione evolve insieme agli altri, in relazione ad ogni altro. Il prodotto trova il suo valore se serve all'insieme.
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